Azienda sostenibile: cosa significa e come si fa?

ASM SET 7/apr/2021
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Quand’è che possiamo parlare di: azienda sostenibile?

Grazie a quali condizioni possiamo stabilire di possedere, collaborare con o sostenere (attraverso i nostri acquisti) un’impresa che si impegna ad essere sostenibile?

Se questa crea “valore”, nel lungo termine, per tutti gli stakeholder (clienti, fornitori, finanziatori…) coinvolti nell’attività.

Abbiamo sviluppato questa visione negli ultimi decenni, coinvolgendo studiosi di ogni settore. In particolare, quelli che ruotano nell’area economica e di management.

Lo stato dell’arte, nel dibattito sulla natura delle aziende e del mercato, è molto chiaro. Complesso, in continua evoluzione, ma legato ad una prospettiva ben definita.

Non esiste scelta migliore della sostenibilità!

È un discorso logico, ancor prima che ambientalista.

L’impulso più recente è arrivato nel corso degli anni ’60 e ’70 dello scorso secolo. Abbiamo assistito all’introduzione del concetto di “Corporate Social Responsibility” (CSR).

Da quel momento le aziende hanno assunto alcune responsabilità sociali e le hanno abbinate a quelle di massimizzazione del profitto.

Nell’ambito della rendicontazione, a completamento dell’opera, viene proposto negli anni ’90 il fattore “triple bottom line”.

Un tipo di resoconto dell’attività detto anche accounting, per lo più volontario, sui temi sociali ed ambientali.

L’imprenditore quindi, non si occupa soltanto di lavorare per crescere. Non vuole più – semplicemente – fare colpo sugli azionisti. Ma inizia a prendersi cura anche di te.  

In che senso?

Beh, il business ha un ruolo vitale nel guidare il progresso: economico, culturale, tecnologico… individuale e collettivo.

Dal piccolo borgo alle immense metropoli.

A volte possiamo non accorgerci di quanto le decisioni di un businessman o di una società possano influenzare la nostra esistenza.

Eppure, in un’azienda sostenibile diventa sempre più rilevante l’integrazione tra le varie responsabilità e le dimensioni di performance.

Non più interpretate come scelte alternative, ma vissute come azioni pratiche connesse e complementari.

Vediamo come…e perché!?

Azienda sostenibile: significato delle azioni del genio imprenditoriale

Parlando di “azienda sostenibile” non è più sufficiente raccontare di un bravo manager. Cittadino encomiabile, che investe risorse in attività di charity.

L’imprenditore moderno è un artista lungimirante. Il suo genio non deriva da ispirazione improvvisa: è frutto di accurata riflessione.

Winston Churchill diceva:

“Alcune persone vedono un’impresa privata come una tigre feroce da uccidere subito, altri come una mucca da mungere, pochissimi la vedono com’è in realtà: un robusto cavallo che traina un carro molto pesante.”

Quello che andiamo descrivendo, a quanto pare, è “un buon capitalista”.

Il punto di massima integrazione tra responsabilità e performance (di cui parlavamo sopra) è infatti rappresentato dal concetto di shared value, ovvero: creazione di valore condiviso. Proposto da Kramer e Porter in un articolo per la Harvard Business Review, 2011.

Successo economico? Si! Viene realizzato quando il core business comprende la questione ambientale e i bisogni sociali.

Nello stesso anno la Commissione Europea dava una nuova definizione di CSR (in Italia, responsabilità sociale d’impresa, è RSI) descrivendola come strumento di certificazione della:

“Responsabilità delle imprese per il loro impatto sulla società.”

Concezione che rende maggiormente significativo il ruolo nel sistema socioeconomico. Confermando il percorso intrapreso sull’integrazione tra imprenditorialità e strategia. Etica e impatto sociale.

Nelle linee programmatiche della Commissione:

“un approccio strategico nei confronti del tema della responsabilità sociale delle imprese è sempre più importante per la competitività. Esso può portare benefici in termini di gestione del rischio, riduzione dei costi, accesso al capitale, relazioni con i clienti, gestione delle risorse umane e capacità di innovazione”.

Quindi, mentre la CSR ruota molto attorno alle responsabilità, la sostenibilità richiama anche alla possibilità di generare valore. Per ogni categoria di stakeholder.

La sostenibilità, oggi, richiede un processo di evoluzione interno.

Con qualsiasi sigla decidiamo di indicarla/certificarla, ridisegna la missione e la strategia dell’azienda.

Leggi anche il nostro articolo sull’Energia Sostenibile.

Sostenibilità aziendale: esempi dei criteri… e revisioni

Nel momento in cui un imprenditore, un dirigente o un gruppo, vuole rendere l’azienda sostenibile, deve prepararsi.

Economia circolare, sviluppo sostenibile, transizione ecologica: ecco alcuni degli incontri possibili lungo il cammino.

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Sfide, opportunità e tante soddisfazioni arriveranno.

A dimostrazione di quanto avviene oggi grazie a chi mette in pratica la sostenibilità, possiamo fare riferimento alle tante imprese dell’economia circolare.

Quelle che hanno scelto l’innovativo modello economico, in linea con quanto richiesto attualmente dall’Agenda 2030 dell’ONU.

Ma c’è anche il “triple bottom line” (TBL)! Che John Elkington sostiene di aver realizzato nel 1994.

Per quelli che non lo conoscono, l’imprenditore e accademico britannico aveva ideato questo quadro contabile in tre parti: sociale, ambientale (o ecologica) e finanziaria.

Molte organizzazioni l’hanno adottato per valutare le loro prestazioni, nella prospettiva di creare “un maggiore valore aziendale”.

Le 3P della frase “people, planet, and profit” furono usate per sintetizzare il TBL. Nel 1997 anche come titolo del primo rapporto di sostenibilità della compagnia petrolifera anglo-olandese Shell.

Ma soprattutto le 3P furono riconosciute come pilastri a Johannesburg (2002), Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile.

Nel 2018 Elkington afferma:

“25 anni fa ho coniato il concetto Triple Bottom Line. È ora di ripensarci”

In un articolo per l’Harvard Business Review, riflette sul fatto che sono stati raggiunti successi grazie alla rendicontazione delle 3P…ma il clima, le risorse idriche, gli oceani, le foreste e la biodiversità continuano ad essere minacciati.

L’imprenditore è determinato nel sottolineare che il TBL non era stato progettato per essere “solo” uno strumento contabile. Doveva provocare una riflessione più profonda, sul capitalismo e sul suo futuro.

“Da qui la necessità di una “recall”…per la creazione di valore, un codice genetico per il capitalismo di domani, stimolando la rigenerazione delle nostre economie, società e biosfera.”

People: l’azienda sostenibile per il sociale

Fa riferimento alla società e alle persone. Per garantire giustizia e uguaglianza nel trattamento dei dipendenti, contro ogni discriminazione.

La sicurezza sul lavoro è il primo importante impegno che un’azienda deve assumersi. Assicurando il rispetto dei diritti dei lavoratori, secondo le norme stabilite.

Offrendo un ambiente di lavoro sano, con tutti gli strumenti necessari.

Ogni azione deve essere documentata e misurabile per ottenere, anche in quest’ambito, una certificazione.

Sono molte quelle che una ditta può ottenere per far conoscere il proprio impegno nel campo sociale.

La certificazione etica o SA8000 permette ad un’azienda di attestare il proprio comportamento etico verso i dipendenti e il territorio.

Il tema della responsabilità sociale delle imprese comincia a diffondersi e ad essere affrontato in America (anni ’50).

Quando alle “iniziative filantropiche” per le condizioni dei lavoratori (abitative, di salute, sicurezza previdenziale) venne sostituito un modello strutturato.

Prima ne diventò responsabile l’uomo d’affari, poi l’impresa. Soggetto di azioni che andavano oltre la sfera economica e legale.

Numerosi sono pure i vantaggi legati alla sostenibilità dell’azienda. Sotto diversi punti di vista, anche perché gli elementi del quadro TBL sono interconnessi.

La sostenibilità sociale ha impatti positivi in termini di fiducia non solo sui lavoratori ma anche su fornitori, clienti e investitori.

Le pratiche di sostenibilità producono effetti, per esempio, sulla catena dei fornitori: lavorare rispettando i principi della sostenibilità (e con chi fa altrettanto) riduce i rischi di interruzione, dovuti a inadempimenti o mancato rispetto delle norme.

Possiamo avere maggiori garanzie!

Planet: l’azienda sostenibile per l’ambiente

Riguarda tutti gli aspetti legati alla tutela dell’ambiente. Innanzitutto, la riduzione dell’impatto umano negativo.

Dalle fasi produttive all’attenzione verso il consumo delle risorse naturali.

Un’azienda può muoversi verso questo obiettivo in differenti modi. Un punto di partenza è quello di definire i propri obiettivi, consapevoli della legislazione ambientale.

Di fondamentale importanza risulta la valutazione del ciclo di vita del prodotto, la sua durata. Obiettivo raggiungibile utilizzando materie prime di qualità o derivate dal riciclo.

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Produrre meno rifiuti è un ulteriore passo. Considerando attentamente metodi per preservare e non inquinare il territorio circostante.

Essenziale è la scelta delle fonti energetiche per le attività dell’azienda. Prediligere quelle rinnovabili, abbandonando progressivamente quelle dannose, sta diventando un must all’epoca della “transizione energetica”.

I combustibili fossili sono troppo costosi, ormai, sotto ogni profilo.

Una volta che il prodotto è finito, bisogna tenere conto del suo imballaggio e del trasporto. Passaggi da non sottovalutare: la scelta dovrebbe ricadere su metodi il più possibile ecologici.

E fin qui, tutto richiama alla mente il concetto di economia circolare!

I comportamenti ambientali di un’azienda oggigiorno possono essere molto ben controllati. Verificati, tracciati, opportunamente misurati. Anche per comprendere il costo della sostenibilità e quantificare il salto qualitativo.

Molte aziende decidono di sottoporsi a certificazioni ambientali come la ISO-14001.

In generale, poi, si tende a fare attenzione ai trasporti e premiare con bonus chi si reca a lavoro a piedi, in bicicletta o utilizza i mezzi pubblici.

Altre ditte utilizzano il car-sharing aziendale. Sempre per diminuire il loro impatto.

La sostenibilità ambientale consente vantaggi relativi ai costi. L’efficientamento energetico e dei processi producono importanti risparmi economici.

Profit: l’azienda sostenibile per l’economia

Realizzare oggetti o servizi in grado di migliorare la vita delle persone, facendo confluire in questo elemento anche gli altri.

Il profitto riguarda il valore economico creato dall’organizzazione. Differenziando opportunamente il concetto dalle tradizionali definizioni.

Originariamente (all’interno del quadro sostenibilità) l’aspetto “profitto” viene visto come il reale impatto economico sull’ambiente circostante.

L’impatto può essere positivo e negativo. Può influenzare a livello nazionale e internazionale. Includere la creazione di lavoro, l’innovazione e anche le tasse.

Nell’interpretazione dei tre elementi c’è chiaramente più confusione sul terzo. Anche secondo Forbes.

Questo viene tradotto nel senso tradizionale, nel profitto finanziario dell’azienda. Ma l’interpretazione è troppo limitata.

Per due motivi principali:

Primo. Non possiamo concentrarci solo sull’aspetto finanziario. “Impatto economico” è un’idea molto più ampia rispetto a quella del valore prettamente finanziario. Stiamo parlando di generare e gestire un valore condiviso.

Secondo. Non si tratta di profitto per l’organizzazione. L’attenzione originale è sull’impatto sociale. Sul profitto sociale.

Sviluppo sostenibile e modello circolare

La sostenibilità di un’azienda è una sfida di ampio respiro che richiede cambiamenti tangibili. Anche nella quotidianità delle persone…

Significa ri-concepire i prodotti, per andare incontro ai bisogni dell’intera società e (come accennato) per ridurre l’impatto generato sull’ambiente.

Allo stesso tempo: permettere ai lavoratori di crescere professionalmente, contribuire alla tutela dell’ambiente e conciliare adeguatamente impegni lavorativi o familiari.

Ma non vuol dire complicarsi la vita. E nemmeno rinunciare al valore economico.

Senza tempo ed “energia” le aziende (e gli imprenditori) non avrebbero a disposizione le giuste risorse per poter operare.

Considerando che l’azienda, attraverso la propria sostenibilità, va incontro a numerosi risvolti (in termini di immagine, marketing…) può essere utile che gli standard qualitativi siano stabiliti da un ente esterno. Che risulti oggettivo.

Gli enti che effettuano queste certificazioni utilizzano standard nazionali e internazionali, come UNI o ISO.

Per standardizzare determinate misure e sostenere le aziende, l’International Standards Organization (ISO) ha formato un nuovo comitato tecnico. Dedicato a come funziona l’economia circolare.

Secondo l’ISO, l’economia circolare è rigenerativa. In particolare, per il fatto che attraverso un’attenta valutazione delle risorse e il riciclo ci traghetta verso la riduzione dei rifiuti. Verso l’eliminazione dello spreco!

È evidente, dalla visione dell’ISO, che le storie di economia circolare e sostenibilità sono intrinsecamente connesse. Si alimenteranno a vicenda.

Azienda sostenibile: Italia

Un’azienda sostenibile può nascere in modi diversi. Lo racconta anche Giovanni Minoli nella trasmissione “Green leader, le aziende e il pianeta”.

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La leggenda giornalistica intervista dirigenti di importanti imprese italiane sugli investimenti eco-sostenibili. Se siete interessati è tutto in archivio sul sito di National Geographic.

Minoli si chiede se il nostro Paese sia adatto a fare impresa. Ma soprattutto: è effettivamente possibile fare impresa senza essere sostenibili?

A quanto pare molte aziende italiane assicurano il futuro del pianeta grazie a progetti che fondono sostenibilità e innovazione.

Altri, nel faccia a faccia con Minoli, introducono il loro personale concetto di “sviluppo aziendale sostenibile” mettendo al centro dell’impresa innanzitutto i dipendenti.

Ci riferiamo, nello specifico, a Brunello Cucinelli. Il re del cachemire parla di “umana sostenibilità”.

Di armonia. Di crescita garbata, in cui profitto e dono trovano equilibrio.

Poco a poco diventa nel mondo ambasciatore non solo di un marchio, ma di una determinata modalità nel fare impresa. Che rispecchia il suo approccio alla vita e al rapporto tra le persone.

La storia dell’omonima casa di moda, infatti, inizia nel 1978. Quando parte l’avventura della piccola impresa, dall’idea (inedita al tempo) di dare colore al cachemire.

Da subito con una ferrea volontà: generare un “lavoro giusto”. Nel rispetto della natura e dell’uomo e della sua aspirazione al sogno.

Seguendo tali principi, quella che un tempo era una start up (nella definizione odierna), è considerata oggi un marchio globale del lusso. Nelle parole de Il Sole 24 Ore:

“una società quotata, sempre più vicina al club delle one billion companies”

Quindi Cucinelli racconta a la Repubblica la soddisfazione per il fatto che i principi della sostenibilità, ormai, contagiano sia il mondo delle aziende che della finanza.

Come avvenuto al Forum di Davos. Celeberrima piattaforma per investitori, con al centro dell’agenda 2020 il clima.

“L’umana sostenibilità” nel borgo di Solomeo: case study vincente

L’Azienda sostenibile dell’imprenditore umbro viene ben descritta, attraverso parole, immagini e fatti nel suo libro per Feltrinelli: “Il sogno di Solomeo. La mia vita e l’idea del capitalismo umanistico”. Curato da Massimo de Vico Fallani.

Tra le varie fonti, ne parla anche Silvia Ferraretto: “La sostenibilità nel settore Luxury-Fashion: il caso Brunello Cucinelli”. Tesi di Laurea Magistrale all’Università Ca’Foscari di Venezia.

A Solomeo, vicino Perugia, si è trasferito dopo il matrimonio. Il borgo, oggetto dei suoi sogni, nei fatti è stato trasformato nel grande laboratorio di successi imprenditoriali e umani.

In un’intervista di Lifegate spiega:

“La sostenibilità, almeno secondo me, va intesa come sostenibilità umana. Noi dobbiamo avere il coraggio di tornare a produrre, se possibile, senza arrecare danni all’umanità, cioè alle persone, agli animali, alle cose, alle piante.”

Una grande forza per Cucinelli sta sicuramente nel non aver dimenticato le sue origini e nella capacità di dare fiducia ai giovani.

Memore delle radici contadine, sempre in connessione con la natura e la famiglia. Narra di quegli anni “poveri di mezzi ma ricchi di valori” come del momento in cui è maturato il futuro imprenditore.

Sempre a contatto con la filosofia, al bar e nei libri. Quello il periodo della scoperta delle relazioni umane come grande ricchezza.

Ed è per questo che oggi la sua azienda è il luogo in cui agisce per sviluppare il sogno di un capitalismo che valorizza l’uomo.

L’imprenditore-filosofo, insomma, è noto anche per la sua visione illuminata dell’ambiente lavorativo.

Il borgo di Solomeo, integralmente restaurato a spese dell’azienda, ospita (oltre a sede, uffici, Accademia, Teatro, Festival, Fondazione…) la Scuola di arti e mestieri.

Lì i giovani, retribuiti, apprendono l’abilità degli artigiani.

Così, Carolina Cucinelli (nuova generazione dell’azienda) è testimone ad AltaRoma 2021.

Partecipa insieme ad altri giovani imprenditori, ognuno portavoce di aziende solidali e innovative.

Come rendere un’azienda sostenibile? Sintesi

Nel talk AltaRoma, che promuove le eccellenze italiane, sono stati protagonisti anche: esempi di economia circolare, principi sostenibili e dignità del lavoro umano.

Oltre al tema del recupero dei territori e all’artigianato, base fondante della filiera del made in Italy.

Non vi sembra che tali concetti rappresentino, in estrema sintesi, i punti cardinali che un dirigente potrebbe utilizzare per orientarsi?

Brunello Cucinelli suggerisce:

“Forse noi italiani, padri e maestri delle arti, possiamo fare molto per trovare la formula moderna del lavoro”

… in cui i bisogni del presente sono soddisfatti, senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri…come recita la famosissima definizione di sostenibilità della Brundtland (1987).

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