Dove si buttano i gusci delle cozze? Scopri la soluzione rapida ed ecologica

ASM SET 5/ott/2021
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A tutto c’è una risposta? Non sempre… ma dove si buttano i gusci delle cozze è possibile scoprirlo senza problemi.

Possiamo dire fin da subito, tra l’altro, che dove si gettano i gusci delle cozze, si buttano anche le vongole.

Questi gusci costituiscono un rifiuto alimentare particolare perché sono costituiti di pietra calcarea. Perciò necessitano di tempi di smaltimento molto lunghi.

Sono differenti dagli altri alimenti, quindi, sorprendentemente non vanno buttati nell’umido.

Il loro posto è nel bidone dell’indifferenziata.

Che siano delle cozze o di altri frutti di mare non cambia. Ai gusci che racchiudono i molluschi spetta quel posto specifico nella raccolta ecologica dei rifiuti.

Le cozze, così come le vongole, le ostriche, le capesante, ed ancora i cannolicchi e tutte le conchiglie sono alimenti. È innegabile.

Per questo li consideriamo destinati al contenitore dei rifiuti organici. Senza pensarci neanche un attimo, al pari dell’altro cibo. Ma è proprio questo l’errore.

I gusci non sono biodegradabili, di conseguenza non possiamo inserirli nella raccolta differenziata dell’organico. Che a seconda delle regioni d’Italia è detto anche “umido”.

Non è così scontato sapere dove si buttano i gusci delle cozze.

E la domanda potrebbe non sorgere affatto dal momento che sono fatte dì un materiale naturale.

Ma questo materiale è durissimo e potrebbe risultare evidentemente poco degradabile, già ad un primo sguardo.

Le conchiglie nere che racchiudono le cozze, quelle più chiare delle vongole, così come quelle frastagliate delle ostriche, sono dette bivalvi.

Sono infatti composte da due elementi, le valve, che chiudendosi proteggono il frutto del mare. Sono fatte essenzialmente di calcio e hanno un’articolazione a cerniera tenuta chiusa o aperta dai muscoli dei molluschi.

Il guscio delle cozze serve a proteggere le parti molli (da qui “molluschi”) di questi animali marini.

Dove si buttano i gusci delle cozze a Messina

Non è raro che le persone siano convinte che il posto dove si buttano i gusci delle cozze, delle vongole e delle ostriche sia il bidone dell’umido (o organico).

Eppure, abbiamo visto che non è così in tanti Comuni italiani.

La conchiglia è fatta di calcio, non è commestibile, ed è davvero molto dura. Infatti, non si decompone facilmente diventando un fertilizzante.

Le conchiglie o gusci dei molluschi, quindi, vanno raccolti correttamente nel sacchetto indifferenziato o del secco. Possono anche essere lavate bene e riciclate per lavoretti o nuove ricette. Magari per decorare i piatti…

In ogni caso, dobbiamo eliminare l’errore di gettarle nell’umido senza essere certi di poterlo fare.

Come sappiamo, perché un materiale possa essere buttato nell’umido, deve essere compostabile.

I gusci delle cozze sono costituiti per il 95% da carbonato di calcio e non possiedono le caratteristiche necessarie per essere considerate compostabili.

Non dovrebbero essere buttati nell’umido e in alcuni comuni, come Torino, seguiamo questa linea. La richiesta è che i gusci dei molluschi vengano conferiti nell’indifferenziato.

In altre città, come Messina, Milano, Roma o Cagliari, possiamo invece conferirli nell’umido organico.

Dove si buttano i gusci dei frutti di mare dipende dal Comune

Come mai questa differenza? Dipende da sistemi e strumenti di smaltimento. Dalle tecnologie utilizzate e da varie questioni tecniche.

Quello che possiamo dire è che: è fondamentale verificare le indicazioni del proprio comune di residenza. Oggettivamente non esiste una soluzione che vada bene sempre.

Nel caso non riusciate a reperire le indicazioni specifiche, il consiglio è comunque quello di preferire il cassonetto dell’indifferenziato.

Infatti, se dovessimo buttare i gusci nell’umido in un comune che non è predisposto per gestirli, rischieremmo di rovinare il processo di creazione del compost dai rifiuti organici.

Dove si buttano i gusci delle cozze? Nell’Eco Design

Dove si buttano i gusci delle cozze… (così buone da mangiare e difficili da smaltire) nel caso in cui si cerchi di ridare vita ad un materiale di scarto?

Stiamo imparando che lo smaltimento dei gusci delle cozze comporta notevoli problemi. Altrimenti non finirebbero nell’indifferenziato.

Ma la Cooperativa Pescatori Arborea del Golfo di Oristano ha deciso di impegnarsi a trovare delle soluzioni sostenibili.

Nieddittas, la Cooperativa Pescatori Arborea e Medsea hanno ideato un progetto ispirato ai principi di economia circolare.

Cercano nuove vie per riciclare e ridurre al massimo gli scarti.

Grazie alla lungimiranza di queste persone, che intuiscono quanto l’unione possa fare la loro forza, i gusci delle cozze e gli scarti della mitilicoltura verranno valorizzati.

Sono in corso una serie di esperimenti per cercare di riciclare i gusci nella bioedilizia, in particolare sottomarina.

Questi potrebbero davvero costituire un importante materiale di costruzione. Per esempio, per piastrelle e mattoni, vista la grande resistenza che hanno.

Tra i vari scarti delle cozze da riutilizzare, ci sono polpa, guscio e: il bisso.

Il fascio di filamenti che consente alle cozze di attaccarsi a superfici quali rocce, legno o scafi delle navi.

Stiamo parlando di una fibra tessile da cui ricaviamo tessuti già da tempo nel Mediterraneo. Il bisso, infatti, viene definito “la seta del mare”.

Ma l’utilizzo in ambito tessile non è l’unico. Alcuni ricercatori stanno studiando una possibile replica della struttura dei filamenti di bisso per fissare strumentazioni a edifici o a sommergibili.

Per eseguire suture chirurgiche…per far aderire i tendini alle ossa, insomma: quando ci sono ostacoli da superare, provare a risolvere significa creare tante chances inaspettate.

Cosa fare per riciclare?

Sappiamo che tra i principali obiettivi della raccolta differenziata dei rifiuti vi è il riciclo. Nel caso specifico dell’organico si tratterebbe di realizzare il compost, da impiegare come fertilizzante naturale. Non è il bidone dell’organico, di solito, quello dove si buttano i gusci cozze.

Non sembrano compatibili in quanto la loro natura non è organica, bensì calcarea.

Per non incorrere in errori si può consultare la documentazione fornita dal proprio comune di residenza.

La gestione dei rifiuti è un’attività che può avere variazioni sostanziali da comune a comune.

In definitiva, prenderci cura dell’ambiente significa prendere informazioni.

L’informazione ci rende consapevoli e ci porta a fare scelte giuste.

Comunque, visto che stiamo affrontando il tema dei rifiuti e del riciclo e visto che la consistenza di questi gusci è piuttosto compatta, possiamo introdurre ancora una volta l’opportunità del riciclo creativo.

I gusci delle cozze, delle vongole e delle conchiglie sono davvero adeguati per essere utilizzati in maniera creativa. Anche per chi non si occupa di eco design in maniera “scientifica”.

Dopo esser stati accuratamente lavati invece che cestinarli possiamo trasformarli.

Possono semplicemente essere colorati e dipinti. Diventare parte di bracciali, orecchini, collane, o ancora possono diventare soprammobili. Soprattutto per la casa al mare dove l’arredamento è in stile marino.

Con poco si può fare tanto. Basta un pizzico di curiosità e passione (pensando al nostro pianeta!).

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