Rapporto sull’economia circolare in Italia 2020

ASM SET 12/ott/2020
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Italiani, popolo di eroi, di santi, di poeti, di artisti, di navigatori, di colonizzatori, di trasmigratori…” Italiani, interessati a sapere cosa si dice di loro nel rapporto sull’economia circolare in Italia.

A causa della pandemia il dossier è stato presentato in streaming: ci sono notizie buone e meno buone. Comunque si può lavorare su entrambe!

La presentazione di questo 2° rapporto è avvenuta il 18 marzo e molti non hanno potuto rendersi conto di quanto stava avvenendo, presi dalla quarantena e da tutto quello che accadeva nel mondo, a causa dei contagi e dei problemi creati dal virus.

Della conferenza, però, se ne sono presi cura in tantissimi.

Tra questi, ci sono quelli che rimarranno (per il momento) volti sconosciuti, seppur determinati nel loro lavoro.

Altri che possiamo, invece, citare in rappresentanza di tutto il movimento, sono: il presidente del Cen Edo Ronchi e il direttore del “Dipartimento sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali” di Enea Roberto Morabito.

Il rapporto è stato realizzato, appunto, dal Cen (Circular economy network), rete promossa dalla “Fondazione per lo sviluppo sostenibile”, da 14 tra aziende e associazioni di impresa, e da Enea.

Il punto sull’economia circolare in Italia è stato sintetizzato, alla vigilia di un altro importante evento. L’attesissimo atterraggio del pacchetto sulle nuove direttive europee e relativo lancio del vasto programma europeo “Green Deal“.

Avete mai sentito parlare del New Deal del presidente americano Roosvelt? Negli anni trenta doveva essere la soluzione della terribile crisi economica.

Oggi, il nostro New deal è Verde! … con qualche chiazza di Blu..quali altri colori potrebbero meglio rappresentare il futuro? (Forse bisogna aggiungere anche il giallo con cui i bambini colorano il sole!)

Leggi anche: Storie di economia circolare

Le buone notizie del rapporto sull’economia circolare in Italia

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Insomma, un nuovo pacchetto di riforme e investimenti per la famigerata transizione verso l’economia sostenibile.

Non può che essere evidente, infatti, quanto il concetto di economia circolare e i temi ad essa legati abbiano il ruolo di protagonisti nel Green deal.

Sono stati scritti articoli, pubblicate riviste e sono state strutturate fondazioni! All’economia circolare libri interi sono stati dedicati… perché?

Perché metterla in atto permette di ridurre l’impatto. Il solco che crea l’attività umana sull’ambiente e sul clima. Perché genera vantaggi economici e a livello occupazionale. Perché promuove il “risparmio” e l’uso adeguato dei materiali e dell’energia.

Insomma, Green Deal ed Economia circolare vanno a braccetto.

Quindi, sveliamo subito l’arcano per chi non fosse al corrente: l’Italia è tra i primi della classe per l’indice che valuta come funziona l’economia circolare. Ma in quali settori? E per quanto?

Nel dossier, purtroppo, c’è scritto pure che il paese ha subito una flessione e rischia di perdere qualche posizione. Rimaniamo sempre un po’ restii, noi, quando si tratta di primeggiare.

Ma, avevamo detto: prima le buone notizie! Così possiamo ricaricarci, fare dei bei respiri, liberare la mente.. poi pensare alle soluzioni e ai miglioramenti.

Nella classifica per indice di circolarità, siamo primi tra le cinque principali economie europee. Le categorie a cui fa riferimento l’indice sono:

  1. Produzione
  2. Consumo
  3. Gestione dei rifiuti
  4. Mercato delle materie prime seconde
  5. Innovazione
  6. Investimenti
  7. Occupazione

Il valore viene attribuito a seconda del livello di efficienza “nell’utilizzare le risorse”.

Noi siamo tra le eccellenze mondiali per quello che riguarda il riciclo. C’è stato un andamento crescente sia per quanto riguarda le quantità di rifiuti trattate, sia per l’aumento di imprese che hanno come mission il riciclo.

Ri – Ciclo. Non è mai parsa così bella questa parola, vero!?

Leggi anche: Economia circolare vantaggi e svantaggi.

Bioeconomia non è radical chic, è uno strumento Italiano

Altro termine affascinante, che porta ancora una ventata di buone notizie: Bioeconomia.

I dati positivi, nel rapporto sull’economia circolare in Italia, riguardano anche questo settore e l’insieme delle attività relative ad essa: il fatturato è superiore a 312 miliardi di euro e le persone impiegate sono più o meno 1,9 milioni.

Anche i dati europei, che riguardano la bioeconomia, sono positivi. Quindi l’economia sostenibile sta crescendo, questo è rassicurante!

Il rapporto sull’economia circolare presenta addirittura un focus sulla Bioeconomia.

Questo settore, infatti, è considerato un tassello fondamentale perché è un modello che guarda all’economia, basandosi sull’uso sostenibile delle risorse naturali rinnovabili. Non solo, nel discorso rientra la trasformazione delle risorse naturali rinnovabili, in beni e servizi.

La bioeconomia è rigenerativa e urgente perché, se applicata nel modo corretto, difende anche la resilienza degli ecosistemi.

La bioeconomia riguarda, infatti:

Fonte: Ansa

  1. tutti i settori della produzione primaria. Ovvero agricoltura, silvicoltura e pesca
  2. i settori industriali che utilizzano risorse biologiche per la produzione di alimenti, bevande e tabacco.
  3. poi l’industria del legno, delle fibre tessili, della concia, della carta, della chimica verde e della gomma
  4. buona parte della farmaceutica
  5. in più, l’industria impegnata nella produzione di energia da biomasse
  6. e quella del riciclo dei rifiuti organici

Così, Edo Ronchi, probabilmente soddisfatto dalle belle notizie. Conclude il suo intervento, dicendo che:

“Oggi esistono importanti strumenti normativi a livello europeo ma vanno incoraggiati. Per rendere operativo il Green deal occorre almeno il triplo delle risorse stanziate: bisogna arrivare a tremila miliardi di euro”

Quindi, se mentre leggete quest’articolo, vi rendete conto che potreste incoraggiare chi gestisce gli ingranaggi normativi: fatevi avanti, siamo pronti a supportarvi!

Notizie meno belle… dal rapporto sull’economia circolare in Italia

Le prestazioni presentate nel rapporto sull’economia circolare in Italia sono buone, ma.. si può fare molto meglio per accelerare la transizione.

Economia lineare e circolare non sono affatto la stessa cosa, non si somigliano per niente, non c’è modo di confondersi e per adottare piani d’azioni che portino a soluzioni efficaci bisogna riconoscere la gravità dei problemi!

L’Italia ha frenato, l’ha fatto ben prima della pandemia. Da quanto si legge, tra il 2008 e il 2017 le persone “occupate” a beneficio della circolarità in Italia sono diminuite dell’1 per cento.

Il rallentamento brucia, ed è paradossale.

Proprio ora che l’Europa mette in campo il pacchetto di misure per implementare l’economia circolare, non ci occupiamo di far crescere i numeri di cui abbiamo bisogno?

Secondo il rapporto, a causare la frenata è la scarsità di investimenti da destinare all’avanzamento tecnologico. A testimonianza di questo fatto, l’Italia occupa l’ultimo posto per quanto riguarda i brevetti.

Ma soprattutto, Morabito pone l’accento sul quadro normativo e sulle sue criticità. A Marzo, in effetti, mancavano ancora una Strategia Nazionale e il Piano d’azione focalizzati sull’economia circolare.

Strumenti fondamentali anche per risanare la situazione causata dal Covid. E adesso?

Sapendo bene cosa si intende per economia circolare ed essendo evidentemente abituato a ragionare da quel punto di vista, Morabito spiega che per uscire dal pantano:

“serve un intervento sistemico con la realizzazione di infrastrutture e impianti, con maggiori investimenti nell’innovazione e, soprattutto, con strumenti di governance efficaci, quali l’Agenzia nazionale per l’economia circolare”

E’ questa la chiave da adottare a livello globale? Si potrebbe andare oltre la classifica?

Potremmo utilizzare il podio per capire che per risolvere problemi di tale entità, problemi che investono l’intera comunità del mondo: fare la propria parte non basta.

Italiani, popolo di appassionati di calcio: il gioco di squadra ci salva

Bisogna utilizzare modelli cooperativi e aiutare gli altri ad essere nelle condizioni di apportare il proprio contributo: la verità è che o si vince tutti, o si perde tutti.

La verità è che il 19 Agosto, il New York Times pubblicava un articolo dal titolo davvero triste:

“Earth Overshoot Day” Is This Week

Cosa significa? E’ la data in cui l’umanità ha utilizzato “tutte le risorse biologiche che la Terra può rinnovare durante l’intero anno”, come calcolato dal Global Footprint Network, organizzazione per la ricerca sull’ambiente.

Continuiamo a raccontarci che è tutto un complotto, se può far comodo a qualcuno.

Per tutti gli altri, è bene sapere che il gruppo Global Footprint Network effettua questa valutazione annuale dal 2006.

Quindi è stato possibile riscontrare che, da quando hanno iniziato questo tipo di lavoro, la “Giornata del superamento della Terra” è arrivata un pò prima, quasi tutti gli anni.

Questo, invece, essendo stato l’anno della pandemia, che ha intaccato l’economia globale, è stato anche uno dei pochi momenti in cui il pianeta ha potuto “respirare” un pochino di più.

Non bisogna rattristarsi troppo, non c’è tempo per la depressione! Sapete cosa potremmo fare? Dobbiamo reagire con un bel sorriso e iniziare a giocare sul serio!

Sfruttiamo il patrimonio ereditato dall’umanità e lasciamo vivere la Terra: prendiamo un esempio a caso, John Nash, premio Nobel per l’economia “la teoria dei giochi”.

Analisi matematica delle decisioni che ogni soggetto prende quando interagisce con altri per ottenere il massimo risultato, e non solo per vincere.

Quando i giocatori si trovano in una determinata situazione, subentra un comportamento razionale e utile socialmente perché consente a tutti i giocatori di ottenere qualcosa. E’ nell’interesse di tutti i partecipanti.

Non attendiamo “il punto di equilibrio” di Nash: rendiamo il gioco cooperativo, ora!

Il rapporto sull’economia circolare in Italia è passato, il Covid è presente, le azioni sono il futuro

La riapertura delle imprese dopo mesi di blocco avviene affrontando carenze e tracolli economici senza precedenti.

In pochi mesi la pandemia ha messo a nudo i limiti delle nostre catene di fornitura globali.

A giugno l’appello della Ellen MacArthur Foundation per la ricostruzione dell’economia globale è stato rivolto soprattutto alle imprese. Chiamate a rivedere i modelli e i processi operativi.

E proprio in risposta alla pandemia, si è visto che: i modelli alternativi nella catena di approvvigionamento, creati facendo leva sull’economia circolare, risultano essere vincenti da ogni punto di vista.

Implementando le strategie di economia circolare, le imprese potrebbero:

  1. costruire catene di fornitura resistenti
  2. ridurre i costi dei materiali
  3. creare nuove proposte di valore per i clienti
  4. ridurre al contempo il loro impatto ambientale

Ma allora perché? Perché la maggior parte delle catene di fornitura globali utilizza solo materie prime vergini e nuovi componenti?

Comunque basta con le domande, abbiamo detto che la partita è INIZIATA.

Nel corso dei prossimi 3 mesi, la definizione dei progetti (Italiani…!!) da presentare all’Unione Europea in Gennaio.

Il 70% dei fondi europei potrà essere utilizzato tra il 2021 e il 2022.

Progetti concreti e dettagliati per l’importo di circa 191 miliardi:  63,7 di sussidi e 127,6 di prestiti, sui 209 complessivamente previsti.

In pentola bolle il Recovery Fund e molto altro. Un paio di appuntamenti

Mercoledì 21 e giovedì 22 ottobre dalle ore 10 alle 17, la VII edizione della Conferenza Nazionale Ecoforum.

Presso Nazionale Spazio Eventi di Roma, organizzato da Legambiente, Nuova Ecologia e Kyoto Club, in collaborazione con Conou.

L’Economia Circolare come pilastro del Recovery Plan è il tema al centro del dibattito in cui confrontarsi con il Governo.

Italiani, siamo chiamati a partecipare! In veste di: istituzioni nazionali, regionali e locali, imprese, consorzi di filiera, operatori del settore e associazioni.

https://eco-forum.it/

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato il decreto con termini e modalità di presentazione al bando. Per le domande di agevolazioni: 200 milioni alle Pmi.

Dal 5 novembre si potranno presentare le domande. Lo scopo è quello di sostenere progetti di ricerca e sviluppo per la riconversione produttiva, nell’ambito dell’economia circolare.

I progetti possono essere presentati in partnership dalle imprese ed in collaborazione con gli organismi di ricerca. L’importo non può essere inferiore a 500mila euro, né superiore a 2 milioni di euro.

Diciamo che grazie al “rapporto economia circolare” Confindustria pure, avrà da fare.

Leggi anche: Economia circolare unica salvezza per la terra?

Quali conclusioni trarre dal rapporto sull’economia circolare in Italia? Agire compatti

Un rapporto, un dossier, una relazione.. servono sicuramente a stabilire e raccontare quali sono le condizioni di una certa situazione.

Abbiamo una fonte di dati e notizie. Cosa ci facciamo poi, con queste informazioni (del rapporto Nazionale sull’economia circolare!) siamo noi a stabilirlo.

Bill Gates, ci guarda da una prospettiva da prendere in seria considerazione. In un’intervista di “Green&Blue” di questo mese, afferma che “bisogna mettere in campo gli strumenti” di prevenzione, relativamente alla situazione climatica.

Secondo il filantropo di Seattle:

“L’Italia può guidare questo sforzo, ora che si appresta ad assumere la presidenza del G20”

Nessuna tristezza ci salverà, facciamoci sentire.

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