Economia circolare unica salvezza della terra? Ecco la risposta

ASM SET 28/set/2020
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Sembra facile. Le risposte sono tutto ciò che cerchiamo fin da quando in tenera età impariamo a comunicare. Eppure sappiamo benissimo che la formula “economia circolare unica salvezza” implica una serie di accorgimenti per essere verificata.

Ragionamento, pazienza, creatività e determinazione sono le basi per ottenere qualche genere di risultato.

Che l’economia circolare, in sé, sia una risposta alle problematiche che viviamo è la realtà dei fatti. Nessuna utopia surrealista, le risposte sono concrete, molteplici, arrivano da ogni parte del globo terrestre.

Quello che ci auguriamo vivamente è che ogni singolo individuo e i popoli della terra, uniti, possano sempre rinnovare il loro amore per la vita, questo ci porterebbe a praticare atteggiamenti sani nei confronti di tutto quello che ci circonda.

Atteggiamenti sani: cosa vorrà dire? L’amore per la vita… questo discorso sembra buonista, naif, a tratti bohémien.

Al di là del giudizio sulle espressioni utilizzate qui, possiamo provare a ragionare insieme. Se volete.

Leggi anche: Tutte le iniziative di Confindustria nell’economia circolare

Economia circolare unica salvezza: il modello è la natura

Il fatto è che la parola salvezza incute a volte “timore”, soprattutto se siamo consapevoli del fatto che non esiste una risposta unica e immutabile.

Le certezze che cerchiamo (siamo esseri viventi, vogliamo stabilità!) possiamo incontrarle strada facendo: nella conoscenza delle possibili dinamiche, nell’ingegnarsi per stabilire le fasi desiderabili, nel prevedere, e a volte prevenire, certe conseguenze.

L’economia circolare in questo ci supporta. L’esempio osservabile posto come modello fa riferimento esattamente al funzionamento degli ecosistemi. Un modello di vita intelligente.

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Quando l’uomo si pone nei confronti del pianeta in una relazione cooperativa, allora esistono buone chance di condurre un’esistenza serena, appagante.

Dagli albori della vita sulla terra, il pianeta offre agli esseri viventi tutto ciò di cui hanno bisogno per il sostentamento. Questi, secondo certe teorie, si sono evoluti adattandosi negli habitat in cui dimoravano.

In ogni caso, andando oltre le questioni di teorie sulla evoluzione delle specie viventi, se siamo giunti fino a qui non è stato solo grazie all’umano progresso (tecnologico).

Ci è stato offerto qualcosa di più del cibo e dell’acqua per alimentare la sopravvivenza. Possiamo nutrire gli occhi di meraviglia, stupire i sensi e affascinare la mente. Anche solo facendo un bagno al mare!

Siamo parte del pianeta e della (sua) natura più di quanto non vogliamo ammettere.

Valorizzare se stessi, diventare umanisti con metodo scientifico

Tutto scorre, tutto cambia e le decisioni di oggi potrebbero essere poco utili “domani”. La forza delle decisioni e dei progetti, infatti, non sta solo nella loro attuazione pedissequa.

La virtù della rettitudine, la volontà ferma di seguire la strada prescelta.. sono certamente qualità da non sottovalutare.

Allo stesso tempo, l’equilibrio delle cose richiede il coraggio di sbagliare, pensiero critico e divergente.

In pratica l’apporto di qualcosa di personale che nessun altro potrebbe donare.

Siamo tutti uguali per tanti aspetti (a livello biologico per esempio), eppure nella nostra complessità mescoliamo le caratteristiche comuni, frulliamo alcune parti, altre le lasciamo a pezzettoni. Siamo esseri unici e possiamo arrivare al punto d’essere individui inimitabili!

Ed è nell’individuo che risiede la chiave interpretativa della realtà. Sociale, economica, emotiva, educativa…

Il progetto dell’innovativo modello circolare, infatti, è così speciale e vincente perché può valorizzare l’unicità delle persone e rispondere alle crisi globali in modi specifici. Con le dovute e adeguate maniere si può rispondere, alle macro e micro situazioni che si presentano.

La risposta che cerchiamo si trova cercando. Provando a capire come funziona l’economia circolare. Soprattutto dimenticando quello che ci è stato insegnato a scuola: stare fermi, zitti, ascoltare.

Il filosofo Karl Popper propone un modello di progresso che tutti possiamo applicare e forse lo facciamo già.

Secondo la sua teoria progresso non vuol dire sommare certezze e accumulare verità, ma avanzare eliminando naturalmente gli errori. Dove l’errore acquisisce grande dignità nel suo status di tentativo nel processo della conoscenza.

Errare è umano, perseverare è diabolico… sbagliando s’impara e via dicendo.

Beh, secondo un certo modello interpretativo della scienza, quando si sbaglia, si elaborano nuove teorie e più queste si rivelano fallaci, più è possibile circoscrivere l’orizzonte della verità. Si può trovare anche sotto il nome di “principio di falsificabilità”.

Economia circolare unica salvezza nel “Punto di non Ritorno”

A proposito di valorizzare il proprio potenziale: a che punto sono i cambiamenti climatici e cosa possiamo fare per contrastare questo fenomeno sono le domande da cui è nato Before the Flood (Punto di non ritorno).

Documentario prodotto e condotto da Leonardo Di Caprio in collaborazione con National Geographic.

Trailer: “Before the Flood” – 2016

Nominato dal segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon ambasciatore di pace per il cambiamento climatico, Di Caprio ha partecipato nel 2014 al Climate Summit di New York, invitando i politici a proteggere il pianeta “che ci sta guardando”.

Apparte il ruolo di messaggero di pace delle Nazioni Unite, il suo impegno ambientalista è confermato da tante azioni.

Ha donato milioni di dollari per la tutela dell’ambiente e si è dimostrato in prima linea già nella produzione di Cowspiracy (2014) documentario sul grave impatto degli allevamenti.

A quanto pare, il bestiame allevato produce una grande quantità di metano e ossido nitroso, fatidici gas serra. Attraverso la produzione del film sono stati scoperti rapporti della Fao in cui si attesta che gli allevamenti intensivi generano più gas serra del settore dei trasporti.

Tra l’altro, il metano prodotto dagli animali è ben più distruttivo rispetto all’anidride carbonica delle automobili.

Potremmo utilizzare di più le macchine e mangiare meno carne da allevamenti intensivi?

Cosa racconta Before the Flood

Punto di non ritorno” è un titolo scelto per ovvie ragioni, si parla delle drammatiche conseguenze dovute ai cambiamenti climatici.

Il documentario mostra gli effetti terribili e tangibili dell’innalzamento delle temperature globali. Il premio Oscar esplora i cinque continenti, ascolta opinioni di scienziati, politici, attivisti e imprenditori. Raccoglie testimonianze essenziali sul riscaldamento globale e prova a sensibilizzare l’opinione pubblica.

All’interno del film sono visibili anche gli incontri dell’attore con alcuni dei leader mondiali più influenti. Citiamo Barak Obama e papa Francesco. Sapevate che questo papa ha dedicato la scrittura di un’Enciclica sul tema del cambiamento climatico?

Leonardo Di Caprio non si ferma semplicemente a promuove iniziative imprenditoriali come quella di Elon Musk. Industriale sudafricano che ha messo in commercio “Tesla”, un’auto elettrica che si ricarica gratuitamente.

Di Caprio vuole portarci in luoghi scomodi, lontani dalle zone di comfort. I suoi film ci mettono in contatto con una dura realtà, in cui a volte anche le associazioni ambientaliste sono messe a tacere dagli interessi economici, politici e sociali.

Quest’uomo ci trasmette che il grande cambiamento inizia da noi.

E lo fa con queste parole:

“Penso alla vergogna che proveremo, quando i nostri figli e i nostri nipoti capiranno che noi avevamo la possibilità di fermare questo scempio, ma che semplicemente non c’era la volontà politica di farlo.”

L’umanista scienziato e i frutti dell’economia

Allo stato dei fatti, la validità della formula “economia circolare unica salvezza” che andiamo ad esplorare, si riscontra nella sua flessibilità, nelle azioni della gente, nelle scelte politiche.

Nella trasformazione di quella mentalità che guarda unicamente al profitto economico, senza curarsi del fatto che tutti i soldi del mondo non renderanno nessuno immune.

Alla fine dei conti i soldi sono un paliativo, possono in qualche caso far guadagnare tempo. Anche se nella realtà in cui la maggior parte di noi vive sono i soldi a muovere il quotidiano, i soldi non ci salveranno.

Le problematiche con cui pure ultimamente ci siamo scontrati a causa del Covid sono un esempio della nostra fragile condizione. Non quella economica, quella umana.

Cosa centra il Coronavirus? Punti di vista, scuole di pensiero… tutto dipende dalla prospettiva.

Chi ha ragione? Chi ha torto? Non importa, non facciamone una questione personale.

Vogliamo capire se sono bufale? Dove possiamo “comprare” verità?

Leggi anche: Concorsi e manifestazioni sull’economia circolare (nazionali e non)

Considerare l’economia circolare unica salvezza ci porta a ragionare

Come detto sopra, potremmo provare, ogni tanto, a riflettere con metodo scientifico, come se fossimo piccoli chimici alle prime armi in laboratorio.

In fondo non si tratta di fare altro che raggiungere un risultato dalle operazioni del pensiero. Codificando per raggiungere il livello teorico e applicando per muoverci sul piano pratico.

Allora, torniamo all’economia. Comprendendo cosa si intende per economia circolare potremo beneficiare delle opportunità che fornisce anche a livello di profitti e capitali, da incorporare nel reddito mensile. Contenti tutti!?

Una differenza stimolante quindi sta nel comprendere le proprie intenzioni.

Non c’è niente di deplorevole nel considerare i soldi un obiettivo, ma se diventano l’unico focus possiamo rischiare di danneggiare altro o altri. Tipo: cose, persone, città… ambiente.

Questa non è fantasia, è già accaduto. Quello che c’è di positivo è che possiamo considerarlo passato, voltare pagina, rinnovare le intenzioni. Proviamo ad essere chiari con noi stessi.

Verificare la formula: economia circolare unica salvezza

Continuiamo imperterriti con le domande, a volte è preferibile alle risposte preconfezionate da saltare in padella in 5 minuti.

Vogliamo salvare l’uomo o dare valore alle risorse del pianeta in cui l’uomo vive?

C’è gente che non ha nessuna intenzione di prendere la prossima navicella-destinazione Marte per andare a risucchiare le energie di un altro luogo.

Ci sono persone che non hanno la possibilità di spostarsi neppure in bicicletta (eppure la ruota è stata scoperta un po’ di tempo fa).

Ci sono uomini, donne e bambini che subiscono oggi le ingiustificate prepotenze di autorità legate agli interessi delle monete.

Nessuna salvezza potrà arrivare domani per loro, se alla fine di questo giorno, tramontato il sole, nulla sarà cambiato.

Teniamoci alla larga dal pessimismo e guardiamo alla realtà: cose negative avvengono, quelle positive pure. Il bilancio serve solo a capire a cosa dare priorità nelle scelte.

Nessuna presunzione, né opere di convincimento. Cerchiamo solo di raccontare qualcosa. Le decisioni, poi, sono personali e avvengono nell’intimità della riflessione.

Un esempio per concludere

John Dewey, filosofo e pedagogista statunitense, scrittore e professore universitario di fine ottocento, aveva iniziato attraverso la sua opera ad influenzare positivamente la cultura, l’educazione e la politica.

Egli estendeva il metodo scientifico al campo dei problemi umani morali ed educativi. Era un uomo, unico come tanti.

Nella sua “travelling theory” aveva strutturato una teoria sperimentale che promuoveva la libertà dell’individuo tramite l’educazione. Si, l’educazione è una risposta.

Un’educazione che sostenga lo sviluppo del “metodo dell’intelligenza”. Grazie a questo metodo, secondo lui, l’individuo potrebbe godere attivamente sia dello sviluppo sociale che economico, anziché esserne prigioniero.

Proviamo insieme a sviluppare l’economia circolare secondo il metodo dell’intelligenza. Sottoponiamola anche ai tre passaggi che suggerisce Popper “Problema-Congettura Confutazione”.

Scopriamo se – economia circolare unica salvezza – è una formula adeguata.

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